Analisi elementi iconografici e paesaggio nell’incisione
“The Seven Angels with the Trumpets” di Albrecht Dürer
In questa prima opera del maestro indiscusso della rinascenza tedesca Albrecht Dürer, troviamo quella serie di problemi iconografici che ci accompagneranno nella nostra rubrica, le evidenze che seppur intuite dai grandi studiosi dell’opera dureriana devono essere sceverate tanto con l’occhio disincantato dell’iconografo quanto con quello affascinato dello scienziato.
Il secondo angelo suonò la tromba: come una gran montagna di fuoco fu scagliata nel mare.
Un terzo del mare divenne sangue, un terzo delle creature che vivono nel mare morì e un terzo delle navi andò distrutto.
Il terzo angelo suonò la tromba e cadde dal cielo una grande stella, ardente come una torcia, e colpì un terzo dei fiumi e le sorgenti delle acque.
La stella si chiama Assenzio; un terzo delle acque si mutò in assenzio e molti uomini morirono per quelle acque, perché erano divenute amare.
Il quarto angelo suonò la tromba e un terzo del sole, un terzo della luna e un terzo degli astri fu colpito e si oscurò: il giorno perse un terzo della sua luce e la notte ugualmente.
Vidi poi e udii un’aquila che volava nell’alto del cielo e gridava a gran voce: “Guai, guai, guai” agli abitanti della terra al suono degli ultimi squilli di tromba che i tre angeli stanno per suonare!”.
Analizzando questa meravigliosa tavola della serie di xilografie facenti parte dell’Apocalisse di Albrecht Dürer, possiamo osservare un’ambientazione certamente marina e non lacustre come già osservato da Erwin Panofsky in ‘La vita e le opere di Albrecht Dürer‘ (1943).
ROSSO
01. Stretto di Messina?
02. Reggio?
03. Villa San Giovanni?
04. Monti di Scilla?
05. Messina o Catania?
06. Etna/Vulcanello (attività sottomarina?)
07. Monti a nord di Catania? Peloritani?
08. Stella/Bussola orientamento?
09. Est?
10. Ovest?
11. Lapilli?
12. Incendi o Ricaduta?
13.Tsunami??
14. Traslazione ingrandita di un vulcano
BLU
01. Dürer autoritratto
VERDE
01. Epigrafi
02. Epigrafi
Il tema era già stato affrontato da Albrecht Dürer nelle xilografie del Ritter Vom Turn e nello specifico nella Distruzione di Sodoma e Gomorra.
Aquila di San Giovanni con incisione “ve ve ve” (guai, guai, guai)
La scena, su cui incombe l’aquila di San Giovanni stridente il suo avvertimento, vede mani divine sollevare dalle acque in tempesta un cono vulcanico perfettamente riconoscibile, la cui cima sembra essere interessata da una attività parossistica o altresì dalla emissione di una fontana lavica.
Evidenza di un vulcano nelle opere di Dürer
Le coste, che per un principio di economicità logica ed evidente congruenza, dobbiamo ambientare nello stretto di Messina
Analisi coste
presentano un ambiente fortemente antropizzato, dove è possibile riconoscere:
- una città di notevole proporzione nella parte sinistra dell’opera, presumibilmente Catania (Messina risulta impossibile da vedere per la presenza del massiccio dell’Etna)
- due città sulla parte destra dell’incisione, presumibilmente Scilla e Reggio.
Le città sembrano soffrire sotto l’azione delle forze della natura, ricaduta di cenere e lapilli, incendi (riportati dalle cronache del tempo) quando non addirittura gigantesche onde marine (tsunami) capaci di spezzare gli alberi delle navi e di rovesciarle; come si può osservare, ad esempio, nella scena in primo piano, in cui riconosciamo l’autore (dal cappello che indossa in altre scene della serie) cadere da una di queste imbarcazioni.
Autoritratto dell’autore
Gli astri celesti (Luna e Sole) sembrano indicarci oriente e occidente, definendo ancor più perfettamente lo spazio della incisione.
Una stella precipita a chiudere come un punto questa pirotecnica messa in scena. La stella che diviene Rosa dei Venti e guida al riconoscimento, tanto dei punti cardinali quanto del torno di tempo.
Stella dei venti o Stella cometa?
E nel chiudere questa breve descrizione inseriamo lo studio dei colleghi della National Gallery, che hanno ristretto la possibile interpretazione del fenomeno celeste già presente nel retro del St. Jerome in the Wilderness e che aveva accompagnato la Visita dell’Ordine teutonico tra il 1491 e il 1493:
Nel retro del dipinto troviamo un’interessante immagine di quello che sembra essere una meteora/meteorite o una cometa. Dürer potrebbe aver tratto ispirazione dalle rappresentazioni di comete presenti nelle Cronache di Norimberga del 1493. Tuttavia, quelle xilografie sono molto stilizzate, e non hanno lo scopo di mostrare comete storiche, mentre l’immagine di Dürer sembra essere il frutto dell’effettiva osservazione di un evento reale, impressione data anche dalla stella sfolgorante nell’enigmatica incisione di Dürer Melancolia I, pubblicata nel 1514.
Se le immagini di Dürer rappresentano reali oggetti celesti, allora ci sono tre possibili candidati.
Il primo è la cometa del 1491. Il Dr Sten Odenwald ha detto che “presumibilmente [la cometa] è passata a circa 0.0094 AU [dalla terra] nel Febbraio del 1491 (Feb.20.0 TT) ma l’orbita di questa cometa è molto incerta”; il sito della NASA è d’accordo con il commento di Odenwald sull’orbita della cometa.
Il secondo [candidato] è il meteorite di Ensisheim. Quest’ipotesi è stata suggerita da Ursula B. Marvin (“The meteorite of Ensisheim – 1492 to 1992”, (1992)) per quanto riguarda Melancolia I. Quest’oggetto è caduto in Alsazia il 7 Novembre 1492.
La terza è la cometa del 1493, citata nella sezione cronologica del “The Edinburgh Encyclopaedia” di Sir David Brewster in cui è stato detto “è stata vista prima e dopo aver superato il suo culmine”[Traduzione da wikipedia]
Retro del dipinto